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Kopi Luwak e olio di Argan

Quando sedete comodamente avvolti dalla vostra poltrona preferita, sorseggiando una tazza di Kopi Luwak, non vi è mai venuto in mente questo accostamento?

Non che le due cose abbiano da essere consumate assieme, nè in sequenza, è solo un’associazione di idee, che sicuramente vi ha già fatto riflettere sulle mirabilie dell’ingegno umano.

Il Kopi Luwak, indubbiamente il miglior caffè al mondo,  viene infatti prodotto senza la faticosa raccolta delle bacche comprese di frutti, che dovrebbero quindi essere asportati, per permettere la tostatura dei chicchi.

Gran parte del lavoro è infatti eseguito da solerti ed affamati Paradoxurus hermaphroditus, ovvero zibetti delle palme comuni.

Questi simpatici mammiferi mangiano e digeriscono le bacche di caffè, corrodendo parzialmente il chicco con i loro succhi gastrici.Il tutto passa poi per il tratto intestinale, conferendo al chicco il suo unico e inconfondibile aroma.

Essendo abitudinari di carattere, è dunque poi facile raccogliere il frutto di questa lavorazione nei loro luoghi di deiezione.

Ora il prezioso chicco è pronto per una leggera tostatura, e diviene ciò che l’attore John Cleese ha definito brillantemente: “un caffè terroso, marcio, leggero, sciropposo, sostanzioso e con sottotoni di giungla e cioccolato.

A proposito di attori, anche Jack Nicholson non può che esaltare le qualità del Kopi Luwak in questa celebre sequenza:

Cosa c’entra tutto questo con l’olio di Argan?

Probabilmente quello che avete a casa per cucinare la Tajine, o per massaggiarvi le stanche membra, comperato l’ultima volta che siete passati per Essaouira, non sarà stato prodotto secondo l’antica procedura, ma pare ci siano ancora piccoli paesi dove viene onorata la tradizione.

Questa vuole infatti, che i frutti di Argan, situati su spinosissimi alberi, vengano mangiati dalle capre al pascolo, che ne sono ghiotte.

Per arrivarci, si arrampicano pure sulle ostiche piante, come ho cercato di documentare in questa foto.

La procedura è poi la stessa del Kopi Luwak. La parte commestibile del frutto spetta alle capre, il seme, bell’e che pulito, pronto per l’estrazione del salubre olio, basta raccattarlo dietro alle stesse.