Povero aperitivo! Che fine che ha fatto!
Per secoli, forse millenni, chi voleva cercare di rimanere sobrio si sparava un crodino, forse un gingerino…
Tutti gli altri ingurgitavano senza ritegno Negroni, Martinicocktail, Manhattan. Roba pesa, misture tradizionali composte da superalcolici. Valeva il sano principio veronelliano che un cocktail DEVE essere una composizione di acquaviti ghiacciate.
Eccezione che conferma la regola faceva quella che in certe regioni si chiamava bicicletta (o triciclo): il camparisoda con vino bianco, da bere esclusivamente in compagnia.
I veneziani, nel loro isolamento, ne hanno sviluppato una vera filosofia, e su base di vino bianco e selz (dal sifone), bevono dai tempi di Pietro Orseolo quello che chiamano Spritz (o sprisseto).
A scelta del cliente, viene aggiunto un bitter, di solito Select, ma anche Campari, Martini bitter, raramente Aperol.
Ora proprio un aberrazione di quest’ultimo, una mutazione genetica legata a doppio filo alle strategie di marketing, ha ottenuto un successo planetario, anche al di fuori dei confini Italiani.
Perchè?
È presto detto. Gli uomini si sono rammolliti!
Vogliono bere alcool, ma la verità è che non gli piace!
Quale idea migliore allora di deturpare un prosecco con l’appicicosetto aperol.
Dolce e fresco, va giù bene, e dopo 4 o 5 hai ottenuto quello che volevi.
Questa è stata sempre la strategia femminile! Ma ora il mondo si sta de/machizzando, e gli “uomini veri” sono merce sempre più rara.
Ma sono uscito dal discorso…
Ultimamente ho scoperto che a Bolzano spopola un aperitivo chiamato Ugo (o Hugo?).
Se ho capito bene è Prosecco, sciroppo di sambuco, soda e foglie di menta.
Me ne ricorderò, appena torna fuori il sole da queste parti.
È diventata infatti usanza, alla quale non sono riuscito ad oppormi, che quando torno a casa dall’ufficio (17:30 -18:00), e il tempo lo permette, mia moglie e tutte le mogli del vicinato sono in giardino e aspettano che io faccia un aperitivo.
Tutta questa lunga introduzione per arrivare a quello che è il protagonista vero di questo post, e che da un anno non può mancare nella mia cucina:
i fiori di Ibisco australiano sciroppati.
Premetto che si mangiano, e hanno una consistenza…interessante.
Si possono mettere semplicemente nello spumante, come nella foto del titolo, o nel Kir:
Ci si può guarnire un Daiquiri:
e perchè no, anche un Mojito:
Anticipo subito la risposta alla vostra domanda.
Non bisogna andare in Australia a comperarli, io li compero in un grosso supermercato che si chiama come la nostra unità di misura, ma si trovano tranquillamente anche in svariati online shop.