Non solo noi umani o subumani abbiamo la tendenza ad abusare della fermentazione dei frutti della terra.
Quando la stagione lo permette, anche i nostri cugini quadrupedi si lanciano in festicciole a base alcoolica:
Non solo noi umani o subumani abbiamo la tendenza ad abusare della fermentazione dei frutti della terra.
Quando la stagione lo permette, anche i nostri cugini quadrupedi si lanciano in festicciole a base alcoolica:
Pubblicato in bianco
Contrassegnato da tag Carla Bruni, champions league, durian, filo sganga, George Clooney, India, iphone, Sarkozy, spennacchiotto
Maviserra mi ha segnalato che il casu marzu è presente nella lista dei cibi più terrificanti al mondo. Ho dovuto indagare, ed effettivamente, in tale lista, compare al quinto posto. Non posso però esimermi dal citare il detentore del terzo posto: il vino di riso ai topolini.
Per la preparazione di questa bevanda, vengono presi dei topastri appena nati (vivi si intende), e si lasciano fermentare in una bottiglia di vino di riso.
Il risultato è una bevanda usata come “tonico” in Corea e Cina.
Anch’io ogni tanto faccio la stessa cosa, ma al posto del vino di riso uso la grappa (rigorosamente distillata in nero a Termeno), e al posto dei sorci metto gemme di mugo, radici di genziana, ecc…
Pubblicato in bianco
Contrassegnato da tag alchechengi, batak, casu marzu, corea, durian, genziana, grappa, sorci, termeno, topolini, tuak, vino ai topolini
Dedico ovviamente questo post a Melania e Maviserra, per motivi correlati alla denominazione di origine controllata, e a Wood, che sarda non è, ma se lo merita.
Partiamo dalla descrizione. Il casu marzu è un formaggio ottenuto mediante fermentazione naturale; si può considerare una varietà del cacio sardo composto da latte pecorino. La sue dimensioni sono di un’altezza di 3-4 cm. con un diametro di 12-15 cm.. La caratteristiche principale è che la sua pasta contiene vermi, ha sapore piccantissimo e forte odore. Il casu marzu è in realtà la forma di pecorino attaccata dal moscerino del formaggio (Piophila casei) ed i vermi sono le larvette prodotte dalle uova di questo moscerino. La maturazione dura da tre a sei mesi. La forma bucata e colmata di olio, viene chiusa e fatta stagionare per 2 mesi in modo da ottenere una pasta più morbida e burrosa.
Pubblicato in bianco
Contrassegnato da tag alba parietti, baccalà mantecato, beg, casu marzu, cavallette fritte, durian, nis, nutella, sardegna, Sharm El-Sheikh, sono più alto di Sarkozy
Sono solo la metà dei seggi, ma i risultati in Europa valgono una breve discussione.
PD e Di Pietro fanno 48,2%, la sinistra arcobaleno più dell’UDC.
È forse vero che chi ha vissuto la campagna elettorale dall’estero, senza seguire le televisioni italiane, formandosi un’idea leggendo quotidiani italiani e non, blog di tutte le orientazioni politiche, ha una diversa percezione della situazione in Italia?
O come ha detto il futuro premier: “Non pagano le tasse, e’ piuttosto discutibile che possano votare”.
Sarà forse perchè in Europa è conosciuto per frasi tipo: «Die Justiz ist ein Krebsgeschwür des Rechtsstaates, das wir ausrotten müssen»
Mah, comunque sia, adesso ce lo dobbiamo tenere. Per 5 anni dovrò sentire rivolgermi domande imbarazzanti da amici, conoscenti, parenti e colleghi. Vi assicuro che non è divertente.
Pubblicato in bianco
Contrassegnato da tag batak, caporetto, cavallette fritte, durian, nani al governo, nani e ballerine, ribrezzo, tuak, vergogna, vomito, voto all'estero
L’anno scorso, in settembre, mi vantavo con i miei vicini tedeschi del fatto che in Italia facciamo delle porchette eccezionali. Non l’avessi mai detto! Detlef, il mio vicino noto in tutta la Baviera per le sue capacità meccaniche, è andato da un ferrivecchi e nottetempo ha creato, a colpi di saldatore, una griglia gigante. Alla base ha collegato un motore che con un vecchio cambio Campagnolo e una catena da bicicletta può addirittura imprimere allo spiedo diverse velocità. Un genio!
Io ho dovuto però procurarmi un suino delle dimensioni adatte alla griglia di Detlef, e per 9 ore io, lui, Ralph e Michael abbiamo vegliato sul lento abbrustolire del maialino. Non vi dico quante casse di birra ci è costato…
Nel frattempo le ns. dolci metà preparavano insalate e contorni, e sciami di bambini venivano in pellegrinaggio ad ammirare lo spettacolo. Che giornata!
Pubblicato in bianco
Contrassegnato da tag birra, birra bintang, cela aguai, cervello di maiale, fred buscaglione, Maiale, maialino, porchetta, spiedo, suini, tuak